Animali

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Cervo in bronzo facente parte del “tesoro”, un insieme di oggetti in bronzo di epoca gallo–romana (I secolo a.C. – I secolo d.C.), ritrovato nel 1861 presso il villaggio di Neuvy-en-Sullias, nella regione centrale della Francia, e oggi conservato presso il Musée Historique et Archéologique de l'Orléanais, Orléans.
Nella tradizione celtica gli animali della foresta erano considerati una sorta di equivalenti selvatici degli animali domestici posseduti dagli uomini. Alcune figure mitologiche si prendevano infatti cura degli animali abitatori delle selve, così come il pastore accudiva le proprie mandrie. Se a capo degli animali domestici si trovava un possente toro, le mandrie di animali selvatici erano guidate da un grande cervo maschio, simbolo di forza e di potere generativo. Tuttavia, il cervo nella mitologia assume spesso connotazioni femminili. La bella fanciulla Sadb, figlia del grande druido Bodb Derg, venne tramutata in cervo dal nemico di suo padre, Fear Doirche. Durante la notte la giovane riacquistava il suo aspetto umano e si recava a incontrare l’eroe Fionn, di cui era innamorata. Venne tuttavia scoperta dal druido malvagio e condannata a rimanere per sempre in forma di cervo. Dopo lunghe peregrinazioni alla ricerca dell’amata, Fionn vide un giorno una cerva che allattava un piccolo umano, nel quale riconobbe suo figlio, che chiamò Oisín (“piccolo cerbiatto”).
In Scozia, la figura popolare della Cailleach, probabile erede di una antica divinità celtica, era raffigurata come una vecchia che custodiva nei boschi una mandria di cervi e si nutriva con il latte di cerva. Era considerata la personificazione dei venti invernali, che portavano le tempeste di neve: danze mascherate venivano eseguite in primavera per scacciare la vecchia, che doveva essere sostituita da Bride, una fanciulla associata con la dea celtica Brigit (Monaghan 2004).

[Immagine: http://fr.wikipedia.org/wiki/Tr%C3%A9sor_de_Neuvy-en-Sullias]