Cinghiale in bronzo (lunghezza 4 cm.) risalente al II - I secolo a.C.
e conservato presso il Liechtensteinisches Landesmuseum, Vaduz, Liechtenstein.
Animale simbolo delle regioni selvagge e delle foreste, il cinghiale
incarnava la forza, la tenacia e la potenza sessuale. La sua pelle veniva
usata per i mantelli dei guerrieri e la sua immagine era spesso rappresentata
sulle armi e sugli elmi. Simbolo di abbondanza e ricchezza, le sue carni
costituivano il cibo privilegiato degli eroi epici.
La sua presenza ricorre frequentemente nei cicli leggendari irlandesi.
Tra le prime imprese del grande eroe irlandese Fionn Mac Cumhaill, allevato
da una donna guerriera nella foresta di Sliab Bladma, è l’uccisione
della scrofa chiamata Beo, che devastava la regione (Agrati-Magini 1993).
Anche l’eroe Diarmait riesce a uccidere un grande cinghiale che
terrorizzava il circondario, ma muore a causa di una delle setole avvelenate
dell’animale, che egli aveva inavvertitamente calpestato. Nella
raccolta epica gallese, il Mabinogion, i cinghiali hanno origine
nell’Altro Mondo ed è questo il motivo della loro straordinaria
forza e ferocia.
La tradizione irlandese, attribuisce al dio dell’abbondanza e
della fertilità, Dagda, il possesso di un paio di maiali magici,
che potevano essere uccisi, macellati e mangiati e poi si rigeneravano
ogni volta. Un tema analogo viene riportato dall’Edda
di Snorri a proposito degli eroi morti in combattimento e ospitati in
gran numero nella casa di Odino, il Valhöll: “Ma per quanto
grande sia la folla nella Valhöll, mai avrà fine la carne
del cinghiale che ha nome Sæhrímnir. Esso vien cotto ogni
giorno e la sera è integro ancora” (Gylfaginning, 38).
Nel mondo germanico il cinghiale è associato particolarmente
al dio e alla dea della fertilità, Freyr e Freyja, spesso rappresentati
a fianco o sul dorso di un cinghiale dal colore dorato.
[Immagine: http://www.electrummagazine.com/2012/07/liechtenstein-landesmuseum-vaduz/]