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Toro in bronzo di epoca gallo-romana (I secolo a.C. – I secolo d.C.), ritrovato nel 1861 presso il villaggio di Neuvy-en-Sullias, nella regione centrale della Francia, e oggi conservato presso il Musée Historique et Archéologique de l'Orléanais, Orléans.
Nella tradizione celtica il toro simboleggia forza e ardore guerriero ed anche ricchezza e abbondanza. Quest’ultimo aspetto è particolarmente enfatizzato in alcuni testi epici irlandesi, come il Táin Bó Cuailnge (La razzia della mandria di Cooley), in cui la razzia, che costituisce la trama centrale del racconto, viene effettuata per ordine della regina Medb, allo scopo di impadronirsi del toro bruno Donn Cuailnge, affinché potesse competere con il grande toro bianco, Finnbenach, di proprietà di suo marito, il re Ailill. Entrambi i tori erano le reincarnazioni di due porcari, che continuavano a scontrarsi l’uno con l’altro e che alla fine si uccisero reciprocamente.
Un rito divinatorio praticato nell’antica Irlanda, chiamato tarbhfleis, consisteva nell’avvolgere un indovino nella pelle ancora insanguinata di un toro appena immolato. Nella notte gli sarebbe apparso in sogno colui che doveva divenire il nuovo re di Tara, la collina sacra situata nell’Irlanda centrale dove risiedeva il re supremo dell’isola.

[Immagine: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tr%C3%A9sor_de_Neuvy-en-Sullias_Taureau.jpg]