Rilievo
raffigurante un toro, sul Pilastro dei Nautes, dedicato all’imperatore
Tiberio, nel 14 d.C., dai battellieri della Senna della città
di Lutetia (l’antica Parigi). Oggi conservato al Museo Nazionale
del Medioevo, Thermes et Hôtel de Cluny, Parigi.
L’immagine raffigura il Tarvos Trigaranus (il “Toro con
Tre Gru”), un’ oscura divinità della Gallia, raffigurata
in forma di toro con tre gru, o altri uccelli acquatici, appollaiate
accanto a lui. Era associato con il dio Esus, raffigurato, su un’altra
faccia dello stesso monumento, come un boscaiolo in atto di abbattere
degli alberi. Si trovano in varie parti della Gallia raffigurazioni
di un toro a tre corna, che sono uniche di questa regione e che potrebbero
essere associate al toro con le gru. Tuttavia non si hanno informazioni
sul significato e sulla simbologia che tale iconografia esprimeva. Tra
i Celti continentali si trovano testimonianze di sacrifici di tori,
e alcuni santuari contenevano teschi di tori lasciati forse come offerte.
La raffigurazione sul Pilastro dei Nautes potrebbe far riferimento a
un racconto mitico simile a quello dell’epica irlandese, in cui
l’eroe Cú Chulainn, durante l’inseguimento di un
toro sacro, deve abbattere un albero per dimostrare la propria forza,
mentre tre divinità femminili prendono l’aspetto di cornacchie
per avvertire l’animale del suo arrivo (Duval 1976, p. 37). È
possibile pertanto intravedere una correlazione tra la raffigurazione
gallica del toro con le gru e la tradizione irlandese del “toro
bruno di Cuailnge”, protagonista della più famosa saga
celtica (il Táin Bó Cuailnge).
[Immagine: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Le_Pilier_des_Nautes_03.JPG]