Festa di Samhain (1 Novembre)
Particolare
del Calendario di Coligny, una tavola di bronzo incisa, risalente al
II secolo d.C., contenente un antico calendario celtico. L’oggetto
fu rinvenuto nel 1897 e oggi è conservato presso il Museo della
Civiltà Gallo-Romana di Lione. Nell’illustrazione la parte
superiore della tavola reca l’iscrizione MID SAM (“mese
di Sam[onios]”), il mese gallico corrispondente all’irlandese
Samhain, che segnava l’inizio dell’anno celtico.
La più importante festa celtica, Samhain si celebrava il 1 novembre,
segnalava l’inizio dell’inverno e costituiva l’equivalente
di una cerimonia per il Nuovo Anno. Per i Celti, così come il
giorno cominciava con il tramonto della sera precedente, anche l’anno
iniziava con l’inverno, più precisamente con il periodo
che andava dall’equinozio d’autunno al solstizio d’inverno.
Il periodo segnava un momento particolare nel ciclo delle attività
contadine: il bestiame veniva riportato a valle, in pascoli più
riparati dopo il periodo estivo passato sulle alture, e inoltre era
il momento dell’uccisione dei maiali. Tracce di documentazione
nei testi leggendari sembrano suggerire che Samhain era l’occasione
di bevute collettive e di scatenamento dell’ebbrezza, probabilmente
grazie alla birra prodotta con i cereali della mietitura appena conclusa.
Collocata alla fine del periodo del raccolto, la festa era al tempo
stesso una celebrazione dell’abbondanza e della ricchezza e un
rito di propiziazione per allontanare i pericoli dell’anno a venire.
Samhain era considerato un momento in cui si aprivano le
porte che separavano il mondo visibile da quello invisibile, i folletti
(fairies) e i morti potevano superare la barriera tra i mondi
e rendersi visibili a chiunque. Si pensava che i folletti potessero
facilmente rapire esseri umani in quest’occasione, ed era consuetudine
portare con sé, per difendersi da questo pericolo, un pezzo di
ferro o del sale. Durante la notte, i folletti che abitavano nei tumuli
artificiali di terra, costruiti in epoca preistorica, ne uscivano in
grandi frotte, formando una Caccia Selvaggia che vagava nella campagna
e poteva catturare e portare con sé coloro che avesse incontrato.
Anche i morti potevano uscire dal loro mondo in quest’occasione
e visitare le case dei viventi. Nelle abitazioni si preparava una “cena
silenziosa”, con i cibi preferiti dai defunti recenti e si attendeva,
con una certa apprensione, la loro visita. Infatti, sebbene in molti
casi benevola, la visita dei defunti poteva anche comportare che costoro
portassero con sé qualcuno dei sopravvissuti per far loro compagnia
nel mondo dei morti. Coloro che fossero nati in questo giorno erano
considerati dotati di poteri divinatori e, se poi fossero nati “con
la camicia” (con le membrane amniotiche intorno al corpo), venivano
ritenuti dotati di poteri spirituali e perciò particolarmente
rispettati e temuti.
[Immagine:
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