Raffigurazione della dea Idun, scultura realizzata da Herman Wilhelm
Bissen nel 1858 e attualmente conservata presso la Ny Carlsberg Glyptotek
di Copenhagen.
Idun (norreno Iðunn) era la dea che custodiva le mele che
garantivano l’eterna giovinezza degli dei. Il suo nome sembra
derivare etimologicamente dal suffisso –unn (“amare”)
e significare “colei che rinnova, ringiovanisce”. “Ella
conserva nella madia le sue mele che gli dèi mangeranno quando
invecchieranno e allora ridiverranno giovani tutti e tali rimarranno
sino alla fine del mondo” (Snorri, Gylfaginning, 26)
. In un racconto dell’Edda di Snorri, il gigante Thjazi assume
la forma di un’aquila e, incontrati i tre dei Odino, Hœnir
e Loki, li provoca, fino a che Loki, cercando di colpire l’uccello
con un bastone, rimane attaccato a questo e trascinato in volo. Per
essere liberato, egli deve promettere che avrebbe consegnato al gigante
la dea Idun e le sue mele. La dea viene attirata in un bosco e rapita
dal gigante sotto forma di aquila. Privati delle mele dell’eterna
giovinezza, gli dei ingrigiscono e invecchiano e alla fine costringono
Loki a porre rimedio al guaio che aveva combinato. Egli prende a prestito
la veste di falco della dea Freyja e, trasformatosi in uccello, riprende
con sé Idun, mutata in una noce, e la riporta ad Ásgard,
il regno degli dei, inseguito dal gigante sotto l’aspetto di aquila,
che alla fine viene bruciato e ucciso dagli altri dei (Snorri, Skáldskaparmál,
1).
Le mele svolgevano un ruolo simbolico importante anche nella tradizione
celtica. Il mitico Altro Mondo, in cui viene trasportato Artù
al termine della sua esistenza, scortato da un gruppo di donne misteriose,
si chiama Avalon, l’Isola delle Mele. Simbolo di armonia e di
immortalità, di abbondanza e di attrazione amorosa, la mela era
considerata un oggetto magico, garante di buona fortuna e di prosperità.
[Immagine:
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ydun_%28H.W._Bissen%29.JPG]