Statua in pietra della dea Nehalennia, risalente al 150-250 d.C. e conservata
presso il Museo Nazionale di Antichità di Leida, Olanda.
Divinità venerata in quello che è attualmente il territorio
dei Paesi Bassi, Nehalennia aveva un grande tempio nell’isola
di Walcheren, presso la costa della Zelanda (Olanda sud-occidentale).
Qui sono state ritrovate decine di immagini della dea, spesso raffigurata
seduta su un trono. Era considerata signora del mare e protettrice dei
naviganti e dei mercanti: spesso infatti è raffigurata con un
piede sulla prua di una nave e accompagnata da animali marini, come
pesci, delfini e mostri acquatici. Sembra che il suo nome significhi
“la Guida” o “Colei che governa il timone”,
sempre con riferimento alla sua funzione di dea protettrice di coloro
che si avventurano in mare, ma anche con implicazioni più ampie.
Infatti, per i Celti il viaggio dei morti nell’Aldilà era
concepito come un attraversamento del mare, per raggiungere un’isola
collocata nel remoto Occidente. Nehalennia era probabilmente anche una
divinità dei morti, cosa che sembrerebbe essere confermata dalla
presenza frequente di un cane accanto a lei, animale spesso associato
al mondo dei morti o accompagnatore dei morti. La dea era inoltre associata
alla fertilità della terra e alla produttività dei raccolti
e veniva frequentemente raffigurata con simboli dell’abbondanza:
la cornucopia, cesti colmi di cereali e grandi quantità di frutti.
Infine, il fatto che talvolta sugli altari dedicati a Nehalennia compaiano
i simboli del sole e della luna ha fatto supporre una funzione cosmologica
più vasta della dea, che raffigurerebbe il percorso che attraversa
le stagioni dell’anno, assicurando agli uomini la fertilità
e l’abbondanza e garantendo il perpetuo alternarsi e intrecciarsi
della vita e della morte.
[Immagine:
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Leiden-Nehalennia-statue.JPG]