Ornamento in argento, raffigurante il martello di Thor (probabilmente
del X-XI secolo), ritrovato in circostanze fortuite nel XIX secolo in
Svezia e successivamente donato al Museo Storico Nazionale di Stoccolma.
Il martello Miöllnir era il simbolo per eccellenza di Thor, lo
strumento che provocava il tuono e scagliava il fulmine, poteva uccidere
ma anche portare la pioggia feconda. La funzione benefica e promotrice
di fertilità di quest’arma, che poteva assumere anche un
significato fallico, è evidenziata dal fatto che essa veniva
posta in grembo alla sposa per consacrare l’unione coniugale.
Dal momento che Thor era al tempo stesso un dio della distruzione e
della guerra e una divinità protettrice dei morti, al quale si
rivolgevano le iscrizioni sulle stele, il suo martello assumeva il significato
di oggetto che poteva esercitare il potere sulla vita e sulla morte.
Nel racconto dell' uccisione di uno dei suoi capri, Thor riporta in
vita l’animale grazie al potere del suo martello. Simbolo del
combattimento del dio contro i giganti, esso funge anche da strumento
che garantisce l’ordine del mondo, costantemente minacciato dalle
forze del disordine. Nell’iconografia si presenta spesso in forma
di croce, tanto che, nella lotta tra religione pagana e Cristianesimo,
esso divenne il simbolo che si opponeva, e al contempo era considerato
di pari valore, a quello cristiano. L’accanimento dei Cristiani
contro la figura di Thor era infatti dovuto al permanere del suo culto
– soprattutto nella religione popolare – che più
di ogni altro si oppose strenuamente alla diffusione della nuova religione.
[Immagine:
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Torshammare_fr_Sk%C3%A5ne_ %28KVHoA_Akademiens_M%C3%A5nadsblad_1895_s102_fig82%29_vit_bakgr.jpg]