Illustrazione tratta dal manoscritto ÁM 738, Edda oblongata,
del XVII secolo, conservato presso l’ Árni Magnússon
Institute di Reykjavík, Islanda.
La raffigurazione mostra l’Albero del Mondo della cosmologia germanica,
Yggdrasil, che è collocato al centro del cosmo e ne costituisce
il fondamento. Secondo l’Edda di Snorri, l’albero è
un frassino e intorno ad esso gli dei tengono consiglio ogni giorno.
“Il frassino è fra tutti gli alberi il più grande
e il migliore; i suoi rami si protendono su tutto il mondo e sovrastano
il cielo. Tre radici sostengono l’albero e ampie si estendono;
una nella terra degli Asi e l’altra in quella dei giganti della
brina, là dove una volta c’era il Ginnungagap [il vuoto
primordiale che esisteva prima della creazione del cosmo]; ma la terza
sta sopra Niflheimr [“Mondo della nebbia”, il regno dei
morti] e sotto questa radice si trova Hvergelmir [la sorgente da cui
hanno origine tutti i corsi d’acqua], e Nídhhöggr
[un drago] da basso la rode. Ma sotto quella radice che è nel
mondo dei giganti v’è la fonte Mímir, in essa sono
celati saggezza e acume e colui che la possiede si chiama Mímir;
ed egli è ricco di conoscenza, poiché beve alla fonte
con il corno Giallarhorn [il “corno che urla”, che verrà
suonato dal dio Heimdall il giorno della fine del mondo]” (Gylfaginning,
15). Sotto il frassino si trova anche una sala dove vivono tre fanciulle
che “danno agli uomini la vita”: sono le Norne, che determinano
i destini degli uomini al momento della nascita. Secondo Snorri esistono
diverse varietà di Norne, che appartengono al regno degli dei
Asi, degli Elfi e dei Nani e possono essere sia benevole che malevole
(Gylfaginning, 15). Sull’albero è posata un’aquila,
vi è uno scoiattolo che corre su e giù lungo il tronco
e quattro cervi che ne brucano le foglie, mentre alla sua base vi sono
numerosi serpenti.
L’albero si estende perciò sui tre mondi, raggiungendo
con le radici il mondo sotterraneo e con la chioma il cielo. Il nome
Yggdrasil può essere interpretato come “cavallo di Odino”
(da Ygg, “terrifico”, un appellativo del dio, e
drasil, “destriero”), con riferimento all’episodio
in cui Odino rimase appeso all’albero, come forma di auto-sacrificio
al fine di ottenere conoscenza e saggezza. Si tratta di un rituale paragonabile
a quello degli sciamani siberiani, i quali, durante la trance estatica,
salgono simbolicamente su un albero cerimoniale che rappresenta l’Albero
del Mondo (Eliade 1951, p. 219).
Alle origini del mondo, dopo che la terra fu creata con il corpo del
gigante Ymir, Odino e i suoi due fratelli andarono lungo la spiaggia
e trovarono due alberi, li raccolsero e ne fecero due esseri umani,
dando loro vita, intelletto, movimento e capacità di percezione.
L’uomo si chiamò Ask [“Frassino”] e la donna
Embla [forse “Olmo”] “e da loro nacque la stirpe degli
uomini cui fu assegnata la terra” (Gylfaginning, 9).
La stessa umanità derivava quindi, secondo la mitologia nordica,
dal mondo vegetale e i primi esseri umani vennero creati a partire da
due alberi.
[Immagine:
http://bifrost.it/GERMANI/Schedario/Yggdrasill.html