Statua di gatto in alabastro, databile alla XII dinastia (1991-1783
a.C.) e conservata presso il Metropolitan Museum of Art di New York.
Il gatto era un animale sacro alla dea Bastet, spesso rappresentata
come una donna con la testa di gatto, venerata nella città di
Bubasti, nel Delta del Nilo. Come la dea leonessa Sekhmet, anche Bastet
si presenta come potenza ambivalente, alternativamente protettiva oppure
aggressiva e furiosa. Associata con la dea Hathor, Bastet era considerata
la dea della musica e della danza, il suo attributo principale era il
sistro (un sonaglio cerimoniale). Verso la fine del Nuovo Regno il culto
di Bastet assunse una enorme popolarità, in quanto divinità
legata alla casa e al focolare e protettrice delle partorienti. A Bubasti,
sede del tempio della dea, si svolgevano ogni anno feste in suo onore.
Da ogni parte dell’Egitto giungevano imbarcazioni cariche di uomini
e donne festanti in un clima gioioso caratterizzato da danze, canti
e dall’ebbrezza data dal vino (come descritto da Erodoto II, 60).
I Greci identificarono la dea-gatto di Bubasti con la dea Artemide.
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