Mondo dei Morti

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Figura in alto:

Il ba in forma di uccello a testa umana volteggia sopra il sarcofago del defunto. Particolare dal papiro di Ani (XIX dinastia, circa 1320-1300 a.C.), conservato al British Museum.
[Immagine: http://egyptologypage.tripod.com/religion.html
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Le componenti non corporee della persona nell’antico Egitto sono espresse da tre concetti particolari: il ba, il ka e l’akh, che si trovano già utilizzati nei Testi delle Piramidi, un insieme di formule rituali funerarie attribuibili alla V dinastia (2500-2350 a.C.). Semplificando molto, si può affermare che il ba rappresenta la personalità individuale, il ka la forza vitale che anima l’essere vivente, l’akh è un’energia divina, un’ipostasi luminosa dell’energia creatrice, che alla morte risale al mondo divino, brillando come una stella.
La sopravvivenza dell’individuo dopo la morte era rappresentata dal ba. “La natura stessa di ba lascia intendere quella facoltà post-mortem, che appartiene all’uomo, di assumere una apparenza visibile in quanto individuo; d’altra parte è la coscienza dell’uomo, la sua volontà, proprio perché rappresenta l’uomo “animato” (di qui l’uso improprio di rendere il vocabolo ba con “anima”); a dispetto della morte corporale, esso conserva l’identità dell’individuo in forza della sua relazione costante con il corpo o con la statua. È il ba che anima il cadavere, che permette al defunto di uscire alla luce del sole, di muoversi liberamente e di assumere, nell’aldilà, i diversi aspetti che gli possono essere utili” (Bongioanni-Tosi 1997: 41-42). Negli antichi Testi delle Piramidi viene detto del sovrano defunto: “Gli dèi ti portano in cielo sotto la tua forma di ba, perché tu sia come ba per loro” (Pir. 799c, Bongioanni-Tosi 1997: 35). Nelle raffigurazioni il ba assumeva in genere la forma di un uccello (identificato con una cicogna nera, un uccello scomparso dall’Egitto fin dagli inizi dell’epoca storica) con testa e braccia umane. Spesso è raffigurato volteggiante sopra il sarcofago del defunto. Il ba esprimeva probabilmente in origine la facoltà d’ordine divino di muoversi e di assumere i più svariati aspetti, facoltà che l’uomo poteva acquisire dopo la morte. Nei Testi dei Sarcofagi, il defunto si trasforma sequenzialmente in uccello aua, airone nero, airone shenti, ibis, rondine, avvoltoio, oca, tutte ipostasi divine. Molte formule consentivano inoltre al morto la trasformazione nel falco divino Horo (Bongioanni-Tosi 1991: 114). È possibile che l’influenza dell’iconografia egizia del defunto che lo raffigura come ba in forma di uccello a testa umana sia riscontrabile nel mondo greco ed etrusco, soprattutto nella figura delle Sirene, talora associate al culto funerario.

Figura in basso:

Statuetta in legno policromo, riproducente il ba del defunto, risalente al Periodo Tolemaico (330-30 a.C.) e conservata presso il Museum of Fine Arts di Boston.
[Immagine: http://www.mfa.org/collections/object/ba-bird-statuette-36496
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