Selvaggi

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Statua in bronzo raffigurante il dio Seth e risalente al Nuovo Regno (ca.1295-1070 a.C.), conservata presso la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen. Ordinariamente questa divinità viene rappresentata con lunghe orecchie, che in questo esemplare sono state sostituite con un paio di corna di ariete. Seth viene sempre rappresentato con una testa animale, ma è difficile stabilire di che animale si tratti: le fattezze possono ricordare l’oritteropo (Orycteropus afer ), un animale notturno che si nutre di termiti e che vive anche in zone semidesertiche, in tane scavate nel terreno. Secondo altre interpretazioni si tratta di una mescolanza di diversi animali o di un essere immaginario.
Nella mitologia egizia Seth era figlio di Geb, il dio della Terra, e fratello di Osiride. Invidioso del ruolo di quest’ultimo, lo ingannò e lo uccise, smembrò il corpo del fratello e ne disperse le parti, che sarebbero poi state raccolte da Iside per riportarlo in vita. A causa di questa vicenda Seth divenne un simbolo del male, dell’inganno e delle forze distruttive che perturbano l’ordine sociale. Era identificato con il deserto, con la tempesta che devasta i villaggi, con il calore che brucia i raccolti. Mentre Osiride rappresentava il regolare alternarsi dei cicli stagionali e della piena del Nilo, Seth personificava la parte del disordine, dell’imprevisto. In quanto “dio della confusione” (te Velde, 1967), egli rappresentava, quindi, l’irruzione di un elemento ”selvaggio” nell’ordine della società e della natura.

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Immagine: http://www.joanannlansberry.com/fotoart/lacma/menacing.html]