Testa in marmo di Zeus Ammon databile al periodo imperiale romano (120-160
d.C.) conservata presso il Metropolitan Museum of Art di New York. L’oracolo
che aveva sede nell’oasi di Siwa, nella parte occidentale del
deserto egiziano, era considerato dagli Egizi come la voce del dio Amon-Ra.
Quando Alessandro Magno conquistò l’Egitto si reco a consultare
l’oracolo, il quale lo consacrò come figlio del dio Amon,
alla stregua di ogni faraone. In seguito a questo evento i Greci identificarono
il dio dell’oracolo con la loro divinità suprema Zeus,
chiamandolo con l’appellativo di Zeus-Ammon e, successivamente,
i Romani lo adottarono come Jupiter Ammon. La divinità si presenta
con i tratti tipici dello Zeus greco, barbuto e con folta capigliatura,
ma porta anche le corna di ariete, attributo del dio egizio. L’assimilazione
delle divinità egizie con gli dei greci favorì le relazioni
tra la popolazione locale e i nuovi dominatori, legittimando d’altra
parte il potere del nuovo sovrano come successore dei faraoni. Da parte
sua, Alessandro si fregiava del titolo di “figlio di Zeus Ammon”
facendosi effigiare sulle monete con il capo sormontato da corna di
ariete.
[Immagine:
http://www.metmuseum.org/collections/search-the-collections/257864?img=1]