Figura in alto:
Stucco dipinto appartenente alla tomba di Sennedjem nella necropoli
di Deir el-Medina, risalente alla XIX dinastia (1320-1230 a. C.). La
scena rappresenta il defunto inginocchiato di fronte alla dea Nut che
emerge dal fusto di un albero reggendo in mano una brocca e dei pani.
Nut era principalmente la dea del cielo e della parte superiore del
cosmo ed era legata alla rinascita quotidiana del sole, che veniva inghiottito
al tramonto dalla dea per essere partorito all’alba del giorno
seguente. Durante il Nuovo Regno nelle pitture tombali, come pure nelle
illustrazioni del Libro dei Morti, la dea Nut compare in scene che descrivono
il mondo sotterraneo, nelle quali si presenta come una figura femminile
che sorge da un albero di sicomoro. Alla dea è attribuito il
potere di dissetare e di nutrire le anime dei morti e, a far segno della
nuova vita che viene assicurata ai morti nell’aldilà, viene
raffigurata nell’atto di offrire loro dell’acqua e del cibo.
L’immagine dell’albero è legata probabilmente alla
concezione ciclica che unisce in un legame indissolubile la vita e la
morte.
[Immagine:
http://www.egiptologia.com/arte/104-obras-en-detalle/2517-nut-arborea-en-la-tumba-de-sennedyem.html]
Figura
in basso:
Rilievo
sulla parete della tomba di Pabasa, di epoca saitica (664 – 525
a.C.), situata nella necropoli vicino a Tebe. Anche in questo caso il
defunto è rappresentato di fronte alla dea Nut appoggiata su
di un albero di sicomoro, mentre regge in mano due brocche dalle quali
scaturiscono zampilli d’acqua che dissetano colui che è
giunto nel mondo dei morti.
[Immagine: http://www.egiptologia.com/arte/104-obras-en-detalle/2517-nut-arborea-en-la-tumba-de-sennedyem.html]