Particolare di illustrazione del Libro dei Morti ( Papiro Hunefer) risalente
alla XIX dinastia (1317-1285 a.C.) e conservato presso il British Museum.
Il dio dei morti Osiride è rappresentato assiso in trono mentre
regge in mano un pastorale e un flagello, simboli di potere regale.
Il colore della sua pelle è verde a significare il suo ruolo
di dio della vegetazione e della fertilità. Nel mito, dopo la
sua uccisione da parte di Seth, Osiride, secondo alcune versioni, viene
riportato in vita da suo figlio Horus, che discende nel regno dei morti.
La resurrezione di Osiride era vista dagli antichi egizi come la garanzia
della fertilità vegetale e di tutte le forze della riproduzione,
giungendo a simboleggiare le fonti della fecondità e della crescita.
Durante il Nuovo Regno (1550-1069 a.C.) era consuetudine collocare nelle
tombe i cosiddetti “letti di Osiride” , modelli in legno
che riproducevano la forma del dio e che venivano riempiti di fango
del Nilo, nel quale si ponevano semi di cereali. Al loro germogliare
sarebbe corrisposta la resurrezione simbolica del defunto in forma di
Osiride. Si tratta di una delle più significative espressioni
del profondo legame che unisce il mondo dei morti con le forze che promuovono
la fertilità e la crescita di ogni forma di vita.
[Immagine:
http://en.wikipedia.org/wiki/Hunefer]