Tesmoforie
Statuette in terracotta raffiguranti le dee Atena, Demetra e Persefone
databili all’inizio del V secolo a.C. e conservati presso il Museum
of Fine Arts, di Boston.
In autunno, nel mese di Pianepsione (ottobre-novembre) si celebravano
le Tesmoforie, una festività
al femminile a cui potevano prender parte le donne sposate di condizione
libera. La cerimonia, che si svolgeva nel periodo dedicato all’aratura
dei campi e alla semina, era dedicata a Demetra e alla figlia Persefone.La
prima era venerata in quanto dea della fecondità della terra
e delle donne, ma anche in qualità di fondatrice dell’agricoltura
e delle norme di convivenza sociale, mentre la seconda, sposa del re
dei morti, che ritornava sulla terra in occasione dell’inizio
dei lavori agricoli, personificava il ciclo della vegetazione. La dea
trascorreva infatti un terzo dell’anno nel mondo dei morti e due
terzi in compagnia della madre Demetra. Il rito includeva un periodo
di allontanamento delle donne che si recavano presso il boschetto sacro
di Demetra e attraverso pratiche purificatrici di digiuno, scherzi osceni,
il cibarsi di melagrane e una forma di flagellazione rituale invocavano
la fertilità. Inoltre si sacrificavano alcuni porcellini che
venivano poi gettati in profonde fosse scavate nel terreno insieme a
pagnotte a forma di serpente o di genitali maschili; proprio in questa
occasione le donne si appellavano alla dea Demetra con l’appellativo
di Kalligeneia (“generatrice di una bella progenie”). I
resti putrefatti delle offerte dell’anno precedente venivano poi
riportati alla luce ed esposti su alcuni altari. Si credeva infatti
che l’agricoltore che avesse mescolato una parte di questi resti
con le sementi avrebbe avuto un raccolto particolarmente abbondante.
Del resto il termine con cui si designva la festa, Tesmoforie, significava
“portare via i depositi” (West, 2005).
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