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Statua raffigurante Ecate Triforme, copia romana del I secolo d.C. di un originale greco attribuito al V secolo a. C., esposto al Rijksmuseum van Oudheden a Leida, Olanda. Ecate era una divinità tanto dei morti quanto della fecondità della terra e dei raccolti. Era strettamente associata a Demetra e a sua figlia Persefone, tanto che viene definita nell’Inno omerico a Demetra come “compagna e battistrada di Persefone” (v.440). La dea apparteneva alla stirpe dei Titani, la generazione di dei precedente quella delle divinità olimpiche, che furono sconfitti e sottomessi da Zeus. Ecate fu l’unica a mantenere il suo potere anche sotto il dominio del dio supremo. Si pensava inoltre che Ecate vagasse sulla terra in compagnia degli spiriti dei morti, annunciata dai latrati dei cani: una rappresentazione che anticipa le credenze della caccia selvaggia e dei cortei dei morti riportate da fonti medievali che si rifanno a una diffusa e radicata tradizione popolare. Per questa sua attività notturna Ecate era talvolta identificata come divinità lunare e forse l’appellativo di Triforme faceva riferimento al ciclo delle fasi lunari. Era inoltre considerata protettrice delle arti magiche e degli incantesimi. In qualità di dea di tutti i passaggi pericolosi e precari, quali la nascita e la morte, Ecate era venerata come dea dei crocicchi, luoghi anch’essi in cui i confini tra i vivi e i morti si confondevano, presso i quali gli Ateniesi usavano lasciare piatti di cibo in offerta alla dea e al suo seguito. Ancora nel XII secolo d.C. Oderico Vitale nella sua Storia ecclesiastica racconta dell’apparizione, presso un crocevia, al giovane prete Walchelin di un immenso esercito di morti durante la notte del primo gennaio 1091.

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Immagine: http://www.rmo.nl/english/collection/highlights/roman-collection/hekate-triformis]