Simboli Femminili

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Pittura su manico di vaso attico a figure nere - ritrovato a Chiusi (Siena) - conosciuto come Vaso François (570 a.C.) e conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze. La figura rappresenta la dea Artemide alata in forma di Signora degli Animali (Potnia Theron), un motivo iconografico che deriva dal Vicino Oriente. Le fattezze assunte dalla dea richiamano per molti aspetti le Grandi Dee di origine orientale e ancora Omero le attribuisce l’epiteto di “Signora degli animali” ( Iliade, XXI, 470). Figlia di Zeus e di Latona, Artemide è sorella gemella di Apollo e dea della caccia, delle foreste e dei luoghi selvaggi. Infatti oltre alle montagne e alle foreste, Artemide frequenta tutti quei luoghi che i Greci chiamavano agros (“campagna”), ossia le zone non coltivate che si stendono al di là dei confini territoriali. La dea non abita luoghi irraggiungibili e totalmente selvaggi, bensì piuttosto zone di confine dove il selvaggio e il domestico si incontrano e si sovrappongono, come ad esempio i luoghi preposti al pascolo e alla caccia. I giovani che si apprestavano a cacciare, intraprendendo così un percorso di iniziazione alla vita adulta, entravano nello spazio controllato da Artemide (Vernant, 1986). Alla dea veniva attribuito anche il titolo di Limnatis, che sottolinea il suo legame con le regioni paludose e lacustri; infatti i suoi templi sorgevano spesso in zone di margine, in uno scenario selvaggio e guardavano verso le montagne.

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