Statua di Artemide cacciatrice, copia romana di età imperiale
(I-II secolo d. C.) da un originale greco attribuito allo scultore ateniese
Leocares, attualmente esposta al Museo del Louvre. Artemide, dea della
caccia e delle selve, era particolarmente legata agli animali selvatici
e viene spesso raffigurata accompagnata da cervi, pantere e altre fiere.
In Arcadia, particolarmente, la dea era venerata come Signora delle
montagne il cui seguito era costituito dalle Ninfe dei boschi. La dea
era connessa con il potere generativo, in quanto protettrice delle partorienti
e divinità che sovrintendeva alle cerimonie che introducevano
le fanciulle alla vita adulta. Forse il più famoso di questi
rituali si svolgeva a Brauron, presso il santuario dedicato ad Artemide,
dove le giovani imitando le movenze dell’orsa, animale sacro alla
dea, si impadronivano dei suoi poteri e si identificavano con un aspetto
della dea stessa. Le “orse di Brauron” si apprestavano ad
accedere a pieno titolo nella polis in qualità di mogli e di
madri.
[Immagine:
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