Dipinto su una coppa da vino (kylix) databile al 550 a.C. e
conservata presso il British Museum. La scena raffigura la nascita di
Atena dalla testa di Zeus. Dopo la sconfitta dei Titani, Zeus ebbe come
prima moglie la dea Metis, figlia di Oceano, che incarnava l’intelligenza
astuta ed era colei “che sa più di tutti gli dei e degli
uomini mortali” (Esiodo, Teogonia, 887). Ma da una profezia
il dio venne a sapere che il figlio generato da Metis sarebbe divenuto
più saggio e più potente del padre: decise quindi di inghiottire
la sposa. In questo modo il dio supremo dell’Olimpo si impadronì
dei doni di Metis, la sapienza e l’astuzia. Da Metis, che era
incinta nel momento in cui venne ingoiata, nacque la figlia Atena ,
che fuoriuscì , armata di tutto punto, dalla testa di Zeus, aperta
con un colpo di scure dal dio Efesto.
Atena era una divinità antichissima, forse venerata fin dall’Età
del Bronzo, come dea della guerra e delle arti. In particolare era considerata
la protettrice della città di Atene, dove sorgeva il grande tempio
a lei dedicato in quanto dea vergine, il Partenone. L’appellativo
di Parthenos, “vergine”, attribuito alla dea, non faceva
riferimento tanto all’integrità fisica quanto alla condizione
di donna giovane in età di matrimonio (in opposizione alla gyne,
la donna sposata) (Dowden, 1989, pp. 10-11).
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