Follia Rituale

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Interno di coppa attica a figure rosse (480 a.C.) raffigurante Dioniso con un gruppo di Sileni conservata presso il Cabinet des Médailles presso la Bibliothèque Nationale de France di Parigi.Il dio viene rappresentato in atteggiamento di trance estatica mentre suona la cetra mostrandosi in tal modo come il modello con il quale i suoi stessi adoratori si identificavano, raggiungendo tramite la musica e la danza la condizione di “follia” estatica. A Delfi , infatti, Dioniso era chiamato Sphaleotas “che va vacillare” in quanto induceva l’ebbrezza e la possessione da parte del divino. Il termine greco ekpedan (“saltar lontano”) era un termine tecnico per indicare la trance dionisiaca: una spinta a slanciarsi che invade il corpo, lo sottrae a se stesso e lo trascina in modo irresistibile (Detienne, 1986, p.69-70). Nelle Dionisie campestri veniva praticato il gioco di camminare su una gamba sola o di saltare su un piede solo (askoliasmos), modulo coreutico che trae origine dalle danze estatiche e che è possibile ritrovare ancora in molti rituali carnevaleschi o mascherate nuziali fino all’epoca contemporanea.

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Immagine: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Dionysos_satyrs_Cdm_ Paris_575_n2.jpg]