Rilievo dal frontone occidentale del tempio di Artemide a Corfù,
risalente al 590 a.C. e conservato presso il Museo Archeologico di Corfù,
Grecia. La scena mostra la lotta di Zeus, armato di fulmine, contro
il padre Crono. Quest’ultimo, con gli altri figli di Urano e di
Gea (il Cielo e la Terra), apparteneva alla stirpe dei Titani, le divinità
selvagge e primordiali che personificavano il disordine precedente all’instaurazione
del dominio di Zeus. Crono divorava la sua progenie poiché da
una premonizione aveva saputo che uno dei suoi figli sarebbe diventato
più forte di lui e lo avrebbe detronizzato. Tuttavia la moglie
di Crono, Rea, nascose l’ultimo nato, Zeus, in una grotta sull’Isola
di Creta e ingannò lo sposo facendogli ingoiare una pietra al
posto del dio bambino. Zeus, una volta cresciuto, sconfisse il padre
e lo costrinse a vomitare tutti i figli divorati, che divennero la stirpe
degli dei olimpici. In seguito Zeus aiutato dai suoi fratelli condusse
una lotta contro i Titani, i fratelli di Crono, “terribili e forti
, armati di tremenda violenza” (Esiodo, Teogonia, 670)
sconfiggendoli e relegandoli nel Tartaro, il regno sotterraneo.
[Immagine:
http://library.artstor.org/library/]