Selvaggi

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Pittura su anfora attica risalente al 520 – 510 a.C. conservata al Museo del Louvre che raffigura Eracle nell’atto di catturare il cane infernale Cerbero. Eracle fu il più celebre eroe della mitologia greca, le sue imprese ebbero infatti ampia diffusione e popolarità ispirando innumerevoli opere d’arte. Nato dall’unione di Zeus con una mortale, Eracle al termine delle sue imprese venne accolto nell’Olimpo tra le divinità, acquisendo in tal modo uno status diverso da quello di tutti gli altri eroi greci, al tempo stesso uomo e dio. Forse in conseguenza di questa duplice natura, gli venivano attribuiti alcuni tratti che saranno peculiari dell’Uomo selvaggio di epoca più tarda; fra questi: lo statuto semidivino, la pelle animale come vestito e come mezzo che permette di assumere su di sé i poteri delle fiere, il bastone nodoso, la forza straordinaria e la capacità di trasmigrare tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Se una declinazione dell’Uomo selvaggio medievale è quella del Folle, anche Eracle presenta un elemento di follia nell’episodio in cui uccide i suoi stessi figli in un momento in cui, privato del senno dalla dea Era, fu anch’egli preda di un violento furore.

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Immagine: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Herakles_Kerberos_Louvre_F204.jpg]