Pittura su cratere a fondo nero proveniente da Paestum, risalente al
IV secolo a.C. e attualmente conservato presso il Museo Archeologico
Nazionale di Paestum. L’immagine mostra Europa a cavallo del toro
che la trasporta attraverso il mare, raffigurato da Tritoni, ossia creature
per metà pesci e per metà uomini. Secondo il mito Zeus,
invaghitosi di Europa, principessa fenicia, si trasformò in un
toro bianco per rapire la fanciulla. Attratta dalla mitezza dell’animale
questa salì sul suo dorso e si lasciò trasportare fino
alla lontana isola di Creta, dove partorì tre figli tra i quali
Minosse, il futuro sovrano dell’isola e padre del Minotauro. Questo
racconto è uno dei pochi nella mitologia greca in cui si narra
dell’esplicita trasformazione di un dio in animale. L’aspetto
consueto con cui si presentano le divinità greche è sempre
in forma umana, tanto che la perfezione del corpo umano divenne l’immagine
preferita per rappresentare la sacralità e il fondamento dell’antropomorfismo
degli dei olimpici. Il mito di Europa ha avuto una certa diffusione
soprattutto perché celebra il personaggio che ha dato il suo
nome al nostro continente e ha ispirato innumerevoli creazioni artistiche
(Passerini, 2002). Attualmente compare anche sulla moneta da 2 euro
di conio greco. Tuttavia, il mito sembra includere elementi molto antichi
e reca forse le tracce di un’arcaica rappresentazione dell’unione
del dio celeste, in forma di toro, con una dea della terra e della fecondità.
Il riferimento a Creta, meta del viaggio, non è casuale, in quanto
le testimonianze della Creta minoica (2700-1450 a.C.) rivelano la presenza
di un culto dedicato ad una divinità femminile, Grande Madre
o Signora degli animali, collegato a rappresentazioni e a simboli del
toro. Europa viene menzionata da Esiodo (Teogonia, 357) nella serie
delle figlie di Oceano e Teti, ossia di divinità del mondo primordiale
e il suo nome sembra significare “Colei che ha gli occhi grandi”
o “dal volto largo”, epiteto che ricorda quello di Era,
sposa di Zeus, “Colei che ha gli occhi bovini”. Secondo
Kerenyi “la maggior parte delle storie d’amore di Zeus erano
nei tempi antichi racconti di nozze con una dea. Ciò vale anzitutto
per la storia di Europa” (Kerenyi, 1951, p.103).
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