Pittura
a figure rosse su un piccolo vaso databile al V-IV secolo a.C., conservato
al Museo del Louvre. La scena ritrae un rara raffigurazione della dea
Atena in forma di civetta, in quanto le dee olimpiche usualmente vengono
rappresentate solo con aspetto umano. L’epiteto comunemente attribuito
ad Atena, Glaukopis (letteralmente “dagli occhi splendenti”)
contiene un riferimento alla civetta (glaux), chiamata così proprio
per i suoi occhi che brillano nel buio. Il richiamo al nome della dea
è presente ancora oggi nella denominazione scientifica della
civetta, Athene noctua. Se spesso la civetta compare come attributo
o come emblema della dea, si può supporre che in tempi più
antichi l’animale fosse considerato come una manifestazione della
divinità. Ancora in Omero si trova la descrizione di Atena e
Apollo che si posano su una quercia “simili a uccelli rapaci”
(Iliade, VII, 59-60).
[Immagine:
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