Figura a sinistra:
Pittura
su vaso apulo risalente al 380-370 a.C. e raffigurante la ninfa Kallisto,
conservato presso il J. Paul Getty Museum, Malibu, California.
Figura a destra:
Frammento di vaso apulo (380-370 a.C.), conservato al Museum of
Fine Arts di Boston, Massachussets.
Kallisto (il cui nome significa letteralmente “la più bella”)
era una ninfa che viveva in Arcadia e che apparteneva al corteo che
accompagnava Artemide durante le cacce tra le selve e le montagne. Invaghitosi
di lei, Zeus, assumendo, secondo alcune versioni, le sembianze di Artemide,
sedusse la ninfa. La gelosia di Era, moglie di Zeus, oppure la collera
di Artemide per il tradimento, causarono la trasformazione di Kallisto
in un’orsa. Dall’unione con il padre degli dei venne generato
Arcade, che divenne il capostipite degli abitanti dell’Arcadia
e nel cui nome compare ancora il riferimento all’orso (arktos).
Kerenyi riporta una fonte secondo la quale anche Pan era considerato
figlio di Zeus e di Kallisto (Kerenyi, 1951, p.163). Si narrava poi
che il figlio Arcade, divenuto esperto cacciatore, finì inconsapevolmente
per inseguire la sua stessa madre, trasformata in orsa, e quando fu
sul punto di ucciderla l’intervento di Zeus trasformò entrambi
in costellazioni: l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore.
Le pitture vascolari colgono in maniera efficace il momento in cui la
ninfa comincia a trasformarsi in animale: le orecchie divengono appuntite,
le mani si trasformano in artigli e il corpo inizia a ricoprirsi di
peli.
[Immagine:
Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zürich, Artemis Verlag,
vol.V/2, 1990, p. 604-605]