Trasformazioni Uomo-Animale

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Frammenti di krateriskoi (vasi votivi offerti alla dea Artemide) con pitture vascolari, risalenti al V secolo a.C., ritrovati durante gli scavi del santuario di Brauron e conservati presso il Museo Archeologico di Brauron, Vravrona, Grecia.
A Brauron sorgeva un importante tempio di Artemide, venerata con l’epiteto di Brauronia. Qui le fanciulle ateniesi prima del matrimonio partecipavano a feste religiose che si svolgevano ogni quattro anni in onore della dea. Secondo un passo di Aristofane sembra che le giovani ateniesi dovessero trascorrere un periodo “iniziatico” presso il santuario, durante il quale erano chiamate “orse”: “a sette anni il sacro peplo per Atena io tessevo e a dieci spigolavo grano per la Protettrice, poi avendo la veste color zafferano sono stata “orsa” alle Brauronie. Fatta poi ragazza in fiore fui canefora alla festa e portai fichi secchi in collana” (Aristofane, Lisistrata, 638-45). Secondo l’ipotesi di Angelo Brelich il periodo trascorso dalle fanciulle corrispondeva ad un rito di iniziazione all’età adulta, durante il quale esse si “trasformavano” in orse. Il vestito color zafferano forse alludeva al colore giallastro del pelo dell’orso, mentre l’assunzione di forme animali poteva essere rappresentata con maschere e danze attraverso le quali venivano mimati i movimenti dell’orsa. Nei frammenti illustrati si vedono fanciulle nude che portano in mano ghirlande di fiori e altre che danzano indossando un corto chitone. Si vede inoltre al centro del frammento in basso il profilo parziale del dorso di un animale, presumibilmente un orso.

Nel particolare (figura in basso) si può notare una figura umana con testa animale, forse mascherata da orso, mentre accanto un personaggio femminile osserva la propria mano, in modo simile a quanto fa Callisto nel momento della sua trasformazione in orsa.
L’età delle ragazze indicata da Aristofane è in contraddizione con quelle riportate da altre fonti, l’unico elemento sicuro è che il periodo rituale delle orse dovesse avvenire prima di sposarsi e come condizione al matrimonio. Brelich avanza l’ipotesi che originariamente la segregazione rituale riguardasse tutte le ragazze ateniesi, ma che, in epoca classica, il costume venisse seguito solo dalle famiglie più tradizionaliste o che fosse una prerogativa di alcune rappresentanze femminili (Brelich, 1969).

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Immagine: G. Greco, “Riti e forme dell’iniziazione al femminile”, in Atene e Roma, LI, n.2-3 (2006)]