Statua
di Artemide accompagnata da una fanciulla danzante, conservata al Museo
Archeologico Nazionale di Atene. Secondo una leggenda riportata dalla
Suda, lessico bizantino del X secolo, i rituali delle orse di Brauron
vennero istituiti su indicazione di un oracolo, che gli Ateniesi avevano
consultato a causa di un' epidemia. Un orso viveva con la comunità
nel santuario di Brauron, ma un giorno una fanciulla schernì
l’animale che infuriato la graffiò. I fratelli vendicarono
la sorella uccidendo la belva e causando in tal modo lo scatenarsi della
malattia provocata dall’ira di Artemide. L’oracolo impose
che le sventure sarebbero cessate se gli Ateniesi avessero fatto eseguire
dalle fanciulle il rituale dell’orso (Arkteia): nessuna
ragazza sarebbe andata in sposa senza prima aver eseguito la cerimonia
in onore della dea.
A Munichia, una collina nei pressi del Pireo, il porto di Atene, sorgeva
un altro tempio di Artemide, dove si svolgevano rituali dell’orso
(Arkteia) simili a quelli di Brauron. La stessa fonte (Suda)
riporta un’analoga leggenda: un’orsa comparve nel tempio
e fu uccisa dagli Ateniesi, provocando una carestia. Un oracolo stabilì
che la disgrazia avrebbe avuto fine solo se un cittadino avesse sacrificato
la propria figlia. L’unico ad accettare fu Embaro, il quale però
nascose la figlia nella parte più segreta del tempio e, vestita
una capra con gli abiti della figlia, la sacrificò alla dea (Dowden,
1989). I due racconti sono molto simili e, secondo Brelich li accomuna
il fatto di sostituire una o più fanciulle al posto dell’orsa
uccisa. Il racconto costituisce il mito di fondazione della segregazione
rituale delle fanciulle, intesa come una sorta di “morte iniziatica”
nel corso della quale le giovani si trasformavano in orse come cerimonia
preliminare e necessaria per il loro ingresso nella vita adulta. Danze
e mascheramenti dovevano essere gli strumenti attraverso i quali le
fanciulle si identificavano con le orse ed entravano a far parte del
mondo di Artemide, signora degli animali, il cui nome sembra contenere
un riferimento all’orso (arktos).
[Immagine:
Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zürich,
Artemis Verlag, 1984, vol. II, part 2 : fig. 723a, p. 504]