Simboli Vegetali

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Figura in alto:

Rilievo in marmo di produzione ateniese risalente al I secolo d.C., conservato presso il Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo, Roma. L’immagine rappresenta le Esperidi, Ninfe a cui era affidata la custodia del giardino dove sorgeva l’albero dalle mele d’oro, che era stato donato dalla Madre Terra, Gea, a Era in occasione del suo matrimonio con Zeus. Le Esperidi, secondo Esiodo figlie della notte, prendevano il nome da Espero, la stella della sera e dimoravano all’estremo Occidente, ai limiti del mondo. Non sembra casuale il legame tra il luogo in cui vivevano le Ninfe, ossia in direzione del tramonto, e il mondo dei morti, entrambi connessi con un momento particolare del ciclo vitale e contigui alla fertilità e quindi alla rigenerazione. Le mele infatti sono frutti che si associano alla fecondità, in particolare le mele cotogne, il cui frutto è ricco di semi, per il cui colore erano chiamate krysomélon, ossia “mela d’oro” (Plinio, Storia naturale, XV, 37).

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Immagine: http://greek-go.dot5hosting.com/ancient-greek-gods/nymphs/nymphs-statues.php]

Figura in basso:

Rilievo marmoreo proveniente dalla Bitinia (Turchia), risalente al I secolo a.C. e conservato presso gli Staatliche Museen di Berlino, che mostra una Ninfa e un Satiro accanto ad una stele di Hermes itifallico. Nella mitologia classica le Ninfe erano considerate divinità femminili che popolavano ogni parte del mondo naturale. In particolare le Ninfe degli alberi erano chiamate Driadi o Amadriadi. Le prime prendevano il nome dalle querce e ne incarnavano la forza vegetativa, ma non costituivano un tutt’uno con esse, prerogativa che invece era propria delle Amadriadi che nascevano e morivano con gli alberi con cui facevano corpo.

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Immagine: http://library.artstor.org/library/]