Le Porte dell'anno. Indiani d'America
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CALENDARIO ALGONCHINO

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La maggior parte dei popoli di lingua algonchina della regione dei Grandi Laghi e del Subartico erano soprattutto cacciatori e raccoglitori, per cui la loro vita era basata su gruppi semi-nomadi che si spostavano sul territorio, seguendo una sequenza di attività e di pratiche dettata dalla disponibilità di risorse, a seconda della stagione e del momento propizio.

 

Villaggio Ojibwa

 

Illustrazione di Seth Eastman che raffigura un villaggio Ojibwa in occasione della raccolta e lavorazione dello sciroppo d'acero (da Mary H. Eastman, The American Aboriginal Portfolio, Philadelphia, 1853)

 

Durante l’estate le principali occupazioni consistevano nella pesca e nella raccolta dei frutti selvatici, quali bacche e noci; in alcune regioni si coltivavano anche piccoli appezzamenti di terreno con mais, fagioli e zucche. All’inizio dell’autunno diverse famiglie si riunivano nelle zone acquitrinose per la raccolta del cosiddetto “riso selvatico” (Zizania aquatica, una pianta che non ha in realtà nulla a che fare con il riso). Come per vari altri raccolti, anche in questo si celebrava una festa per ringraziare gli spiriti (manitok) e invocare la continuità e l’abbondanza del prodotto. Con l’avvicinarsi dell’inverno si intensificavano le spedizioni di caccia, specialmente al cervo, che forniva non soltanto la carne, ma anche la pelle con la quale si confezionavano abiti, coperte e altri beni. Una speciale cerimonia veniva celebrata se durante queste spedizioni veniva ucciso un orso, un animale particolarmente importante per il mondo religioso amerindiano. La carne che non era consumata immediatamente veniva affumicata, seccata e trattata per la conservazione durante i mesi a venire. A primavera inoltrata, gruppi più numerosi si riunivano nuovamente per la raccolta della linfa zuccherosa d’acero, che veniva bollita, fino a formare una sostanza cristallina simile a zucchero, che era conservata in speciali contenitori di corteccia di betulla. Anche in questo caso, la riunione di diverse famiglie era occasione di feste e intrattenimenti sociali.

 

raccolta dello sciroppo d'acero

 

Donna Ojibwa impegnata nella raccolta dello sciroppo d'acero. Per ricavare il liquido secreto dall'albero si praticavano delle incisioni nel tronco e vi si inseriva un legnetto che fungendo da sgocciolatoio, permetteva di raccogliere lo sciroppo in appositi contenitori di corteccia di betulla (foto di Roland Reed, 1908)

 


Durante il corso dell’anno la maggior parte delle attività rituali veniva organizzata nel contesto dei singoli gruppi nomadi e variava ampiamente quindi da un contesto all’altro. Molte pratiche religiose erano individuali e riguardavano la ricerca di un contatto visionario con un essere spirituale da parte dei singoli. L’unica situazione cerimoniale veramente comunitaria era costituita dal rituale della Midewiwin, la cosiddetta cerimonia della “Danza di Medicina”. La Società della Midewiwin costituiva una associazione sciamanica, suddivisa in gradi gerarchici, alla quale si poteva appartenere solo dopo un periodo preliminare di apprendistato, che includeva il pagamento di una serie di compensi ai membri della società e una iniziazione formale dei nuovi adepti. L’istruzione e i rituali venivano diretti da un sacerdote (mide) e dai suoi assistenti. Le cerimonie di iniziazione avvenivano durante le cerimonie pubbliche, che si svolgevano in genere due volte l’anno, nella tarda primavera e all’inizio dell’autunno. La festa durava da due a cinque giorni, a seconda delle esigenze e del numero dei candidati da iniziare alla società (Ritzenthaler 1978: p. 754).

 

Cereimonia della Danza di Medicina

 

Cerimonia della Danza di Medicina presso i Winnebago, molto simile a quella del Midewiwin celebrata dagli Ojibwa. Si osservano gli sciamani iniziati alla Società che impugnano le loro "Borse di Medicina" realizzate con pelli di lontra con le quali si pensava che potessero uccidere e riportare a nuova vita i neofiti, uno dei quali è riconoscibile, sulla sinistra, in posizione accasciata (illustrazione di Seth Eastman da: Mary H. Eastman, The American Aboriginal Portfolio, Philadelphia, 1853)

 

 

 

 

 
 
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