Le Porte dell'anno. Indiani d'America
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CALENDARIO KWAKIUTL

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Tra i Kwakiutl (oggi preferibilmente chiamati Kwakwaka'wakw = “coloro che parlano la lingua Kwakwala”) l’anno era tradizionalmente diviso in due periodi ben distinti, la stagione estiva, dedicata principalmente alle attività economiche (pesca, caccia, raccolta), e la stagione invernale, il periodo cerimoniale per eccellenza, quando si pensava che gli spiriti si avvicinassero al mondo degli umani, i quali a loro volta li impersonavano con costumi e maschere. Il periodo religioso (tseka in lingua Kwakwala) iniziava dopo la fine delle attività di raccolta e immagazzinamento delle scorte alimentari, nel periodo autunnale, intorno a Novembre.
Al centro delle celebrazioni si trovava l’iniziazione dei nuovi membri alle Società Cerimoniali, tra le quali le più importanti erano quelle del Cannibale (hamatsa) e del Cannibale del Suolo (hamshamtsas). L’appartenenza alle società di danza e le attività cerimoniali che le accompagnavano, canti, rituali, maschere, erano considerate come proprietà e privilegi di particolari individui, che le avevano ereditate dai propri antenati. Queste prerogative erano distribuite secondo una gerarchia di rango e ciascuna famiglia, con i suoi rappresentanti, si collocava in una certa posizione nei confronti delle altre. Le danze erano quindi anche un modo per manifestare e celebrare pubblicamente il ruolo e la posizione sociale delle famiglie più prestigiose e dei loro membri.

 

Cerimonia d'Inverno presso i Kwakiutl

 

Gruppo di danzatori mascherati durante la cerimonia d'inverno dei Kwakiutl. A sinistra, senza maschera facciale si scorge un Danzatore Cannibale (Hamatsa) con gli ornamenti di corteccia di cedro. In piedi sulla destra un personaggio con la maschera dell'Uomo dei Boschi (Beku’s) (Foto di E. S. Curtis, 1915)

 

Spesso il matrimonio di individui di alto rango costituiva la motivazione per la celebrazione di un rituale, nel corso del quale determinate prerogative cerimoniali potevano essere trasferite da un uomo di alto lignaggio al marito di sua figlia, che a sua volta li avrebbe conservati per passarli ai suoi figli. Le cerimonie non potevano essere separate dal potlatch, la distribuzione pubblica di beni e di cibo da parte dei principali protagonisti, che appartenevano di regola alle famiglie più nobili e di alto rango. Tali distribuzioni costituivano anche un meccanismo di convalida pubblica della posizione sociale e rituale dell’individuo nella sua comunità e nei confronti delle comunità vicine (Holm 1990: p. 378-379).
Le danze mascherate consistevano nell’impersonare gli esseri spirituali che erano originariamente entrati in contatto con l’antenato della famiglia o del gruppo di parentela, trasmettendogli in tal modo determinati poteri e il diritto di svolgere particolari funzioni rituali. Le danze quindi erano modalità attraverso le quali venivano rievocate e ri-attualizzate le avventure degli antenati, che venivano personificati dai loro discendenti, e si manifestavano, attraverso i costumi e le maschere, gli esseri spirituali responsabili della loro iniziazione e del conferimento di poteri e prerogative. In particolare, gli spiriti che abitavano nella foresta e ai margini del mondo umano, come lo Spirito Cannibale, penetravano temporaneamente nel villaggio per prendere con sé i giovani che dovevano essere iniziati, i quali dovevano rimanere per un certo tempo nel mondo selvaggio e inquietante dei boschi, per ritornare “inselvatichiti”, ma anche dotati di un rinnovato potere (Comba 1992).

 

maschere di Hamatsa

 

Danzatori mascherati che impersonano gli uccelli che accompagnano lo Spirito Cannibale (Foto di E. S. Curtis, 1915)

 

 

 
 
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