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I DANZATORI FOLLI |
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Il danzatore nulmal è iniziato da esseri spirituali misteriosi, chiamati atlasemk, che abitano un’isola galleggiante sulle acque di un lago, nel profondo della foresta. Colui che è stato iniziato da questi esseri ritorna dalla foresta in uno stato di vera e propria “pazzia”. Il comportamento essenzialmente “anti-sociale” del nulmal è descritto con grande vivacità nel racconto leggendario della prima iniziazione di un uomo da parte degli atlasemk. Costui ritornò al villaggio esausto e “pazzo” dopo il periodo di permanenza nella foresta: dal suo naso colava una gran quantità di muco, che egli inghiottiva e si spalmava sul corpo; urinava e defecava in casa e solo dopo un certo tempo si riuscì a ricondurlo a un comportamento normale (Boas 1897: p. 468-69). Il grande naso umido è una caratteristica infatti delle maschere indossate dai danzatori nulmal, le quali mostrano talvolta un naso prominente, talaltra un naso schiacciato, che ricorda un muso animale, forse per rappresentare le caratteristiche mostruose degli atlasemk. La sporcizia e la trasandatezza sono da ricollegarsi alla loro follia distruttiva, in quanto sono modalità di comportamento che contrastano con le norme e i costumi che reggono la vita sociale ordinaria (Comba 1992: p. 121-125).
Il lungo naso è un tratto caratteristico di molte maschere dai tratti riconducibili alla “follia” o a un comportamento smodato e sregolato, che compare sia nel mondo americano quanto nelle mascherate popolari dell’Europa. E’ possibile che questo elemento possa essere visto come un simbolismo di tipo fallico, che richiamerebbe quindi il concetto di fecondità e di capacità generativa. Questo potrebbe essere confermato da un racconto, ampiamente diffuso nel Nord America indigeno, che racconta di un bambino nato dal muco nasale. In una variante tra le più diffuse, una donna addolorata per la scomparsa della sua bambina, rapita da una Donna Cannibale, piange incessantemente e dal suo naso cola a terra del muco, il quale comincia a prendere forma e si tramuta in un bambino, che cresce in modo miracoloso e sarà destinato a divenire un grande eroe (Thompson 1929: 10-191).
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