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IL FOLLE |
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La vicenda mitica della liberazione dei bisonti da una collina dove si trovavano rinchiusi si trova al centro della rappresentazione dell’Okipa dei Mandan: le danze che venivano eseguite con le maschere zoomorfe avevano lo scopo di ottenere la liberazione degli animali rinchiusi nella collina e la collaborazione di hoita (l’Aquila Chiazzata) alla celebrazione, come supervisore del digiuno e del sacrificio offerti dai danzatori (Bowers 1950: p.120-125). Costoro, digiunando, imitavano i bisonti rinchiusi nella collina di Dog Den Butte, mentre la Capanna Sacra in cui si svolgeva il rito era identificata con la grotta in cui si trovavano gli animali. Di fronte alla Capanna Sacra venivano poste offerte su pali, tra le quali spiccava una pelle di bisonte bianca.
Nel “Folium Reservatum”, pubblicato a parte, i particolari di questo personaggio sono più esplicitamente descritti: è munito di un enorme pene di legno, con il quale si scaglia verso le donne facendole fuggire, un “moderno Priapo” con il pene dalla punta dipinta in rosso (Taylor 1996: 100). Simula il coito con uno dei danzatori che impersonano i bisonti, imitando il maschio di bisonte durante la stagione dell’accoppiamento (Catlin 1867 [1967: 83-84]).
Questa sorta di clown sembra essere un’incarnazione del trickster, simile all’heyoka dei Lakota e ad altri buffoni rituali, e rappresenta le forze del disordine o quanto sfugge alle possibilità di controllo da parte dell’uomo e della società. Secondo Bowers, il Folle rappresenta coloro che non rispettano le cose sacre e trascurano il digiuno e il sacrificio. Tuttavia, il significato di questa figura sembra essere ben più ampio: sul suo corpo nero sono dipinti il sole, la luna e le stelle. Egli viene descritto come un cannibale, poiché ha la sua origine nel sole. Il Folle si avvicina a due donne, l’una assennata, l’altra stupida: questo episodio ricorda il mito delle donne che sposano il sole e la luna (Bowers 1950: 144-146). Si tratta del mito della donna che sposa un astro, molto diffuso in tutta la regione delle Pianure. Bastano questi particolari, tuttavia, per indicare come questo clown rituale impersoni una componente importante dell’universo, una forza travolgente e difficilmente controllabile, che ha un potere distruttivo, ma anche potentemente creativo (Comba 2012).
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