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IL GIGANTE CANNIBALE |
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Tra i popoli di lingua algonchina era diffusa la credenza in un gigante cannibale, chiamato windigo (con varianti nelle diverse lingue). Come nel caso di altre figure, anche il Windigo era descritto talvolta come un unico essere mitico, talaltra come un insieme di esseri dalle caratteristiche analoghe che popolavano specialmente le regioni isolate e inospitali. Essi comparivano soprattutto in inverno e potevano aggredire i cacciatori che si avventuravano nelle foreste o i viaggiatori che percorrevano luoghi solitari, spinti da un’insaziabile voracità di carne umana e talvolta annunciati da un turbine di vento e di nevischio. Tale avidità era destinata a rimanere comunque inappagata e i Windigo si presentavano come esseri dall’aspetto smagrito e scheletrico, con lunghi denti, occhi prominenti e un cuore di ghiaccio. In effetti questa figura sembra strettamente legata alla morte, non solo per l’aspetto esteriore simile a un cadavere, ma anche per l’odore di decomposizione che emanava e per la sua associazione con il freddo, il ghiaccio e la solitudine (Johnston 1995: 221-22).
Tra gli Ojibwa e i Cree del Subartico esisteva la credenza secondo la quale alcuni individui potessero venire posseduti dallo spirito del Windigo. Costoro si pensava provassero un’incontenibile desiderio di uccidere e divorare i propri compagni di accampamento. In condizioni particolarmente difficili come quelle dell’ambiente nordico, poteva accadere talvolta che durante l’inverno un gruppo ridotto allo stremo per mancanza di cibo dovesse ricorrere a cibarsi dei corpi dei compagni morti per evitare di morire di fame. Secondo la credenza dei Nativi, questi individui, una volta assaggiata la carne umana, venivano presi da un’inesorabile bramosia per questo cibo, trascurando qualsiasi altro alimento. Il loro cuore diveniva di ghiaccio, ed essi vedevano la gente che li circondava non più come esseri umani, ma come cervi, alci o altri animali da selvaggina. I Windigo dovevano venir uccisi prima che potessero assalire i loro compagni di accampamento.
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