HOME < riti stagionali |
UOMO-LUPO |
||||||
BACK |
||||||
I Nuu-chah-nulth (Nootka) dell’isola di Vancouver, di cui abitavano la regione costiera meridionale, celebravano nei mesi invernali una cerimonia molto simile a quella dei Kwakiutl, incentrata sull’iniziazione di nuovi membri alla società tlukwana, termine che deriva probabilmente dalla lingua dei loro vicini Kwakiutl e significa “acquisire un potere sovrannaturale” (Boas 1897: p. 396).
I novizi dovevano rimanere nella foresta con i “lupi” (gli iniziatori mascherati da lupo) per un certo tempo, con il volto dipinto di nero e con rametti di abete intorno alla vita e sul capo. Si pensava che il potere spirituale del lupo (heina) sorvegliasse i neofiti durante il loro periodo di reclusione, prendendone talvolta possesso e determinandone il comportamento “da lupo”. Dopo quattro giorni, la comunità del villaggio andava incontro agli iniziati che ritornavano, accompagnati dai lupi, danzando e cantando allo scopo di “calmare” e “domesticare” gli uomini-lupo.
Dopo essersi avvicinato per tre volte agli iniziati, uno dei danzatori esclamava: “Ora il lupo è stato domesticato”. Allora alcuni uomini provvedevano a catturare gli iniziati e a riportarli al villaggio, mentre i lupi e gli “uomini selvaggi” (pokomis e akhmako), che li accompagnavano, si allontanavano e scomparivano nella foresta. Gli uomini selvaggi erano considerati spiriti pericolosi e distruttivi, che incarnavano gli aspetti più inquietanti del mondo della foresta. Con l’acquietamento degli iniziati e il loro ritorno alla condizione umana, la ri-trasformazione da uomini-lupo a esseri umani, i lupi e gli esseri selvaggi venivano quindi risospinti nella foresta, da dove non sarebbero più ricomparsi sino all’anno successivo (Ernst 1952; Comba 1992).
|
Animali | Trasformazioni uomo-animale | Simboli femminili | |
Simboli maschili | Simboli vegetali | Mondo dei morti | |
Selvaggi | Follia rituale | Cicli stagionali | |