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IL TABACCO |
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In tutto il Nord America indigeno il tabacco era la pianta più importante e più sacra e l’atto di fumare il tabacco con la pipa era una delle forme più diffuse di gesto rituale, attraverso il quale si poteva realizzare una comunicazione con il mondo degli spiriti. L’innalzarsi del fumo verso l’alto era interpretato come un mezzo per inviare le richieste, le invocazioni e le preghiere degli umani verso il mondo divino. Un altra modalità di offerta del tabacco consisteva nel porre alcune foglie sminuzzate in un piccolo sacchetto, che veniva appeso sui rami di un albero, posto su una roccia, sulle rive di un fiume o di un lago, come dono lasciato per gli esseri spirituali che si volevano invocare.
Anche per gli Cheyenne, il tabacco e il bisonte erano strettamente correlati. Il mito concerne due eroi dall’abbigliamento identico che entrarono in una sorgente, dove avrebbero incontrato una vecchia donna, probabile personificazione della terra, che fece loro dono del mais e dei bisonti, ma anche del tabacco e di altre piante (Grinnell 1907: 179-184). Infine, per i Blackfoot, se da un lato i semi di tabacco derivavano dal sole (Wissler-Duvall 1908: 80), dall’altro lato il tabacco faceva parte della cerimonia connessa con l’Involto del Castoro ed era stato donato agli uomini dai castori, i signori del mondo acquatico (Grinnell 1892 [1962:117-124]). I possessori di questi involti sacri avevano il compito di chiamare i bisonti durante l’inverno e di coltivare le piante di tabacco; inoltre erano considerati esperti nell’osservazione del cielo ed erano i custodi del calendario cerimoniale (Ewers 1958: 167-168). Quest’ultimo particolare è rivelatore, poiché fra i Crow il tabacco veniva identificato con le stelle in generale e con la Stella del Mattino in particolare (Lowie 1935 [1983: 274, 295]). Secondo un racconto mitico, un uomo proveniente dalle stelle si era trasformato nella pianta di tabacco (Lowie 1918: 15).
I Crow si dedicavano a quest’unica coltivazione, prima del contatto con i bianchi, che era finalizzata a un uso puramente cerimoniale, al quale erano preposti i membri della Società del Tabacco (bacúsu), composta da uomini e donne che avevano l’incarico di sovrintendere a una complessa serie di cerimonie che si svolgevano nel corso dell’anno. Infatti, le piante di una varietà particolare di tabacco, op’púmite (“tabacco corto”) (Nicotiana multivalvis), dopo essere state curate e raccolte con grande solennità, venivano gettate nelle acque del fiume (Lowie 1935 [1983: 295]). Così, secondo i Crow, il tabacco era il “corpo sacro” di una stella, la Stella del Mattino, ma al tempo stesso era legato al mondo acquatico perché connesso anche con il castoro: esso “doveva essere gettato nell’acqua, aveva bisogno dell’acqua” (Lowie 1919c: 178). Anche se può sembrare paradossale, questo tipo particolare di tabacco sacro non veniva mai fumato dai Crow. D’altra parte, l’impiego di foglie di tabacco come offerta agli spiriti era una pratica ampiamente diffusa in tutto il continente americano (Comba 2012).
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