Capitello scolpito, risalente al XII secolo, dalla Basilica di Sainte-Marie-Madeleine,
Vézelay, Borgogna, Francia.
La scena mostra l’episodio biblico del Vitello d’Oro, quando
gli Ebrei “Si son fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si
sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco
il tuo Dio, Israele” (Esodo, 32, 8). Nella scultura, dalla bocca
dell’animale esce un demone dai capelli irsuti. La figura del
bovino qui assume un aspetto più sinistro, di rappresentante
del mondo pagano e, quindi, nell’interpretazione cristiana, diabolico.
La diffusione del culto di Mitra, religione di origine orientale che
fu un movimento avversario del Cristianesimo nei primi secoli della
sua diffusione, si basava sul culto del toro e sulla pratica del sacrificio
di questo animale, che compariva in primo piano nella stessa iconografia
dei luoghi di culto. Per i primi Cristiani era quindi necessario dissacrare
questo animale, troppo venerato dalla religione rivale e che portava
con sé una lunga consuetudine di tradizioni e credenze pagane.
Il Cristianesimo ne fece pertanto rapidamente una creatura diabolica,
fino a trasformarlo in uno dei comuni attributi del demonio cristiano,
che finì per essere raffigurato immancabilmente con un paio di
corna taurine sul capo (Pastoureau 2012, p. 132).
[immagine: http://fr.wikipedia.org/wiki/Basilique_Sainte-Marie-Madeleine_de_V%C3%
A9zelay]