Affresco del XV secolo, dalla Chiesa di Vittskövle, un piccolo
villaggio della Svezia meridionale, che raffigura la creazione degli
animali.
L’immagine si riferisce al racconto del sesto giorno della creazione
(Genesi, 1, 24-25), in cui Dio creò gli animali selvatici, il
bestiame domestico e tutti i rettili del suolo. L’uomo, che viene
creato immediatamente dopo, è destinato a dominare “sui
pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli
animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”
(Genesi, 1, 26). In base a queste fonti vetero-testamentarie, il Cristianesimo
ha cercato di tracciare una maggior separazione tra uomo e animale,
rispetto alle altre religioni dell’Antichità, anche se
questa rappresentazione rivela numerose ambiguità. “Da
un lato, l’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, viene
contrapposto all’animale, sottomesso e imperfetto, se non addirittura
impuro. Dall’altro, in alcuni autori cristiani emerge il sentimento,
più o meno diffuso, di un’autentica comunione fra tutti
gli esseri viventi e di una parentela – non solo biologica –
tra l’uomo e l’animale. Quest’ultimo può quindi
diventare un modello per gli umani e a questo titolo viene citato dai
teologi, dai moralisti e dai predicatori” (Pastoureau 2012, p.
12).
[Immagine: http://booksofalltime.com/2010/12/28/creation-myth-smackdown-hesiod-vs-genesis/]