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Feste |
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Figura
a destra: Erede
dei culti solari pre-cristiani, il Cristianesimo ha esplicitamente impiegato
il simbolismo del sole per rappresentare il Cristo. I momenti centrali
del percorso dell’astro diurno nel cielo durante il corso dell’anno
divenivano quindi periodi salienti anche per la rappresentazione cristiana.
Il solstizio d’estate, in particolare, cade, nel mondo mediterraneo,
nel momento cruciale della mietitura: il tempo della raccolta del frutto
del lavoro agricolo. Ma è anche il tempo in cui emergono le preoccupazioni
per le scorte alimentari ammassate e che devono durare fino alla fine
dell’inverno, mentre nel frattempo le ore di luce cominciano a
diminuire preannunciando il cambiamento di stagione. All’estremo
opposto si colloca il solstizio d’inverno, nel momento più
buio e freddo dell’anno, quando il sole sembra affievolirsi sempre
di più. Questo però è anche il momento della rinascita,
delle giornate che lentamente ricominciano a crescere: “la fredda
mezzanotte invernale partorisce un sole fanciullo” (Cardini 1995,
p. 103), che i Cristiani identificano con la nascita del Salvatore dell’umanità.
Entrambi i periodi del solstizio sono stati posti dal Cristianesimo
sotto la protezione di due Giovanni: San Giovanni Battista il 24 Giugno
(solstizio d’estate) e San Giovanni Apostolo il 27 Dicembre (solstizio
d’inverno). La tradizione popolare poneva in rapporto il nome
Johannes con quello dell’antico dio romano Janus (Giano), il dio
che apriva il nuovo anno e aveva dato il suo nome al mese di Gennaio,
ed entrambi questi termini erano visti in relazione con Janua, la porta.
I due Giovanni divenivano così ianitores (“custodi, guardiani”)
delle due porte solstiziali, le “porte dell’anno”,
i due momenti cruciali nel ciclo delle stagioni (Gaignebet 1974, p.
55-56). |