Feste

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Dipinto di Taddeo Crivelli, realizzato intorno al 1469, per illustrare un manoscritto (Ms. Ludwig IX 13, fol. 204v ), conservato nel J. Paul Getty Museum, Los Angeles. La figura illustra Sant’Antonio Abate, di fronte al suo rifugio da eremita, in compagnia del porcellino che sarà il suo costante accompagnatore nelle raffigurazioni popolari.

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La figura di Sant’Antonio Abate è particolarmente legata al sorgere del monachesimo cristiano e alla tradizione che ricorda la sua capacità di resistere alle tentazioni dei demoni, che è stata tramandata dalla Cristianità nella famosa Vita di Sant’Antonio, opera agiografica scritta nel IV secolo. Nel Cristianesimo medievale il santo era venerato come protettore degli animali domestici e veniva frequentemente raffigurato con un maiale accanto. La sua festa, che cade il 17 Gennaio, ancora in epoca contemporanea costituiva l’occasione per la benedizione degli animali domestici sul sagrato delle chiese e i sacerdoti usavano distribuire immagini del Santo da appendersi nelle stalle come oggetti propiziatori. Un’altra usanza era la preparazione di un dolce benedetto, che veniva poi dato a uomini e animali (Cattabiani 2003, p. 123).
Tradizionalmente, la festa di Sant’Antonio era l’occasione in cui veniva ucciso il maiale, il tradizionale accompagnatore del Santo, considerato l’animale “grasso” per eccellenza, che inaugurava quindi un periodo di abbondanza e di rilassatezza che corrispondeva al periodo di Carnevale, e che si sarebbe chiuso con l’instaurazione delle restrizioni della Quaresima.
La sua qualità di eremita rendeva il Santo una figura in qualche misura contigua con il mondo della natura, in particolare con il Selvaggio con il quale condivideva i luoghi di abitazione, come le grotte e le cavità , che costituivano veri e propri punti di passaggio tra il mondo dei vivi ed il mondo dei morti. Le "tentazioni di S. Antonio", rappresentate nel celebre dipinto di Pieter Bruegel (1557), provengono da personaggi che fuoriscono da profonde aperture che comunicano con il mondo sotterraneo, il modo popolato dagli antenati che possiedono tratti antropomorfi, animali e vegetali. L’immagine di Crivelli illustra il popolare maiale che accompagna il Santo come più propriamente un piccolo cinghiale, più consono alla grotta isolata in cui viveva l’eremita. Potrebbe vedersi qui, sotto le spolie del monaco cristiano, la riapparizione di un antico dio celtico, associato al cinghiale, animale feroce e selvaggio. Alcuni racconti popolari descrivono Sant’Antonio Abate come custode delle porte dell’Inferno, dal quale, grazie all’aiuto del suo maialino, riesce a portare il fuoco agli uomini rimasti senza mezzi per scaldarsi (Cattabiani 2003, p. 124).