Feste

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Illustrazione proveniente dal Menologion di Basilio II, un manoscritto compilato intorno all’anno 1000 per l’imperatore bizantino Basilio II, ora conservato presso la Biblioteca Vaticana di Roma (Ms. Vat. gr. 1613). Vi viene illustrata la presentazione di Gesù al Tempio, una cerimonia prescritta per tutti i figli maschi primogeniti ebraici, così come viene narrata nel Vangelo di Luca, “quando furono compiuti i giorni della purificazione” (Luca 2, 22-39).
La legge ebraica prescriveva che quaranta giorni dopo la nascita dovesse avvenire la purificazione della madre e la presentazione del primogenito al Tempio. Dal momento che si riteneva che Gesù fosse nato il 25 Dicembre, i quaranta giorni cadevano il 2 Febbraio, giorno in cui la liturgia cristiana celebrava la Purificazione della Beata Vergine. Non sembra un caso se questa festa era collocata proprio all’inizio di Febbraio, mese che nell’antica Roma era dedicato alle cerimonie di purificazione (februo, “purificare, espiare”), sotto il patrocinio di Giunone (Iuno Februata). Successivamente, la riforma liturgica ha restituito al 2 Febbraio il significato di festa della Presentazione del Signore.
Questa festa era detta anche della Candelora, perché vi si benedicevano candele che erano poi distribuite ai fedeli, poiché ritenute dotate di virtù protettrici contro le calamità, le tempeste e perfino durante l’agonia. L’antica accensione delle candele aveva un significato cosmico: simbolo del nuovo fuoco vitale che riappare nella natura, preparando la rinascita della primavera (Cattabiani 2003). Come tutti i momenti di passaggio anche i primi giorni di Febbraio, costituiscono un periodo di sospensione e di contatto tra dimensioni diverse, l’ordine e il disordine, il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Figure che possiedono la capacità di trasmigrare tra le due dimensioni, il Selvaggio e/o l’Orso, diventano quindi protagoniste in questi giorni, a testimonianza della permanenza di credenze di origine pre-cristiana nella religiosità popolare. In tutta Europa è diffuso un detto, secondo il quale il 2 Febbraio l’orso (o un animale sostitutivo, oppure lo stesso Uomo Selvaggio) esce dal letargo (interpretato come la capacità di cadere in uno stato di morte temporanea) e osserva il tempo che fa. Se è sereno, ritorna nella tana e l’inverno durerà ancora quaranta giorni, se invece è nuvoloso, l’orso esce definitivamente dalla tana e segna in tal modo la fine dell’inverno. In diversi luoghi si celebrava con feste e mascherate l’uscita dell’orso, come succede ancora oggi a Prats-de-Mollo, nei Paesi Baschi, mentre in altre località questo evento è stato spostato in periodo propriamente carnevalesco, in particolare al Martedì Grasso (Gaignebet 1974, p. 18).

[Immagine: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Menologion_of_Basil_037.jpg]