Incisione del XVI secolo raffigurante una danza di Folli (Stultorum
Chorea), prodotta in Olanda e conservata presso l’Harry Ransom
Humanities Research Center, University of Texas a Austin.
Una figura centrale che percorre l’immaginario europeo medievale
è quella del Folle
che per molti tratti è simile a quella del Selvaggio. Entrambi
infatti presentano elementi zooantropomorfi, il loro attributi (la marotte
del Folle e il bastone del Selvaggio) sono talvolta interscambiabili.
Anche le funzioni sono in parte sovrapponibili, come quella di portatori
e propiziatori di fertilità. Ma il Folle conosce anche ciò
che la ragione non conosce, possiede il potere della preveggenza e si
pone quindi in una condizione di alterità rispetto all’uomo
comune, così come il Selvaggio si colloca ai confini del mondo
umano, in contiguità con il mondo animale e vegetale. Nell’Occidente
medioevale, “la follia indica la mano, la scelta di Dio. Il demente
vede ciò che altri non possono vedere; sa predire l’avvenire
e conosce in anticipo il destino degli uomini” (Heers 1983, p.142).
[Immagine: http://art-links.livejournal.com/1657884.html?thread=8668700]