Scettro del Folle (Narrenzepter), chiamato in Francia marotte,
scolpito in avorio e risalente al XVI secolo, oggi conservato presso
il Kunstgewerbemuseum (Musei Statali di Berlino).
Con il termine marotte si indica un accessorio inseparabile dal Folle,
una sorta di suo “doppio” o riflesso. Spesso rappresentato,
nell’iconografia, con un lungo manico, lo scettro del Folle è
sostanzialmente l’equivalente del bastone del Selvaggio e costituisce
un elemento di connessione tra i due personaggi, che presentano sostanziali
analogie. Ambedue sono esseri che si collocano ai confini del mondo
umano, segnalano un punto di passaggio, di intersezione: tra l’umanità
e l’animalità, tra i luoghi abitati e coltivati dagli umani
e i luoghi boscosi abitati dagli animali selvaggi, tra l’ordine
razionale del pensiero e l’abbandono all’euforia e l’apertura
verso il disordine della follia, tra il mondo dei vivi e il mondo dei
morti.
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