Miniatura contenuta in un manoscritto del Decretum Gratiani,
con il commento di Bartolomeo da Brescia, databile tra il 1340 e il
1345, conservato presso la Biblioteca Municipale di Lione (Ms. 5128,
fol. 100r).
L’illustrazione mostra una donna che cavalca un animale fantastico,
a forma di pene umano. Quest’immagine ripropone una figura femminile
la cui nudità non si propone come elemento peccaminoso bensì
come simbolo di naturale vitalità e di potere generativo, concezione
che ancora prevaleva nella mentalità comune.
Secondo Bachtin, la donna è vista nella tradizione popolare medioevale
come legata al “basso” corporeo e materiale, alla terra,
al ventre. Perciò essa funge contemporaneamente da tomba e da
origine della vita, ciò dove tutto finisce e ciò da cui
tutto ha origine. Non si deve concludere però che tale concezione
rappresenti un giudizio unicamente ostile e negativo della donna nella
tradizione medioevale. “L'immagine della donna è ambivalente
come tutte le immagini di questa tradizione” (Bachtin 1979, p.263).
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