Selvaggi

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Figura in alto:

Scultura in legno raffigurante un Uomo Selvaggio con un grosso bastone nodoso in mano, sulla parete esterna della Maison de la Duchesse Anne, un edificio del XVI secolo, a Morlaix, Bretagna, Francia.

[Immagine: http://www.michele-aquaron.com/admin/upload/HVS%20Anne%20de%20 Bretagne.jpg]

Figura in basso:

Illustrazione su un manoscritto del 1455 (Nr. 602), che riporta la vita e le imprese di San Gallo, conservato nella Biblioteca dell’Abbazia di San Gallo, Svizzera.


[Immagine: http://www.gallusjubilaeum.ch/konzept/werte.cfm]

La leggenda agiografica racconta di come San Gallo, durante il suo viaggio che lo aveva portato presso le cascate che da lui presero il nome, incontrò un orso minaccioso. Non lasciandosi intimorire, il Santo ordinò all’orso di gettare un pezzo di legno nel fuoco e di non farsi più vedere: l’orso obbedì immediatamente, mostrando in tal modo di riconoscere la superiorità del potere del Santo. L’Uomo Selvaggio e l’orso, figure sempre presenti nell’immaginario medievale, presentano elementi di grande contiguità. L’analisi iconografica ha mostrato che attributi e funzioni spesso si sovrappongono. In questo caso il bastone che sempre accompagna il Selvaggio è sorretto dalle zampe anteriori dell’orso mentre assume una postura eretta. Se il Selvaggio contiene in sé elementi zoomorfi, l’orso è l’animale maggiormente antropomorfizzato.