Figura in alto:
“Green-man” tra i resti dell’Abbazia di St. Mary,
a Melrose, Scozia, fondata dai Cistercensi nel XII secolo.
[Immagine:
http://www.paradoxplace.com/Photo%20Pages/UK/Britain_Yorkshire_and _North/Melrose%20Abbey/Melrose.htm]
Alcuni interpretano queste raffigurazioni come semplici convenzioni
decorative, moduli stereotipati e ripetuti. Tuttavia, nell’arte
medioevale la scelta dei motivi e delle immagini non è affatto
casuale e segue un preciso ordine di relazioni. Nel pensiero medioevale
ogni oggetto materiale poteva divenire la raffigurazione di qualcosa
che gli corrispondeva su un piano più elevato e diventava così
il suo simbolo. “Il simbolismo era universale, e il pensare era
una continua scoperta di significati nascosti, una costante “ierofania”
[manifestazione del sacro]. Il mondo nascosto era infatti un mondo sacro,
e il pensiero simbolico non era che la forma elaborata, decantata, al
livello dei dotti, del pensiero magico, nel quale si immergeva la mentalità
comune” (Le Goff 1981, p. 355).
Così le innumerevoli immagini di “Green Men” (“uomini
verdi”), o di maschere di “Feuillus” (“fogliati”),
che costellano le chiese e gli edifici sacri, devono essere interpretate
come immagini simboliche e religiose, non solamente decorative. Esse
rappresentano il tempo che divora e rigurgita ogni forma di vita, attraverso
le fronde che escono loro dalla bocca, e indicano come il ciclo della
vita vegetale sia il modello dello scorrere del tempo, che intreccia
fra loro la vita e la morte. Inoltre, non è da escludere che
vi si faccia allusione anche alle forme di mascheramento in “uomini-albero”,
così frequente in molte celebrazioni carnevalesche (Gaignebet-Lajoux
1985, p. 73).
Figura in basso:
Chiave di volta dal Collegio di Cluny, che mostra una maschera di foglie,
risalente al XII secolo, conservata presso il Musée National
du Moyen Âge, Thermes et Hôtel de Cluny, Parigi.
[Immagine: http://www.sculpturesmedievales-cluny.fr/notices/notice.php?id=80]