Particolare di un supporto cerimoniale in terracotta ritrovato a Taanach,
un piccolo villaggio in Israele e risalente al X secolo a.C. Sull’oggetto
sono raffigurate due divinità cananee, una maschile (Baal) e
l’altra femminile (Athirat) rappresentata in figura e affiancata
da due leoni. Athirat una dea il cui nome probabilmente deriva dal verbo
che significa “camminare” era denominata “Signora
che cammina sul mare”. Essa riceve inoltre l’epiteto di
“creatrice degli dei”. Il nome della dea è connesso
al termine ebraico ašerah, che significa “luogo sacro”.
La presenza su alcune epigrafi dell’espressione “Yahweh
e la sua ašerah” ha fatto supporre ad alcuni studiosi l’esistenza
di un’antica divinità femminile a fianco del dio ebraico.
Tuttavia, nell’Antico Testamento il termine si riferisce esclusivamente
a luoghi sacri, generalmente alberi o boschi, talora associati a un
palo o a una stele, la cui forma fallica allude a un simbolismo legato
alla fertilità dei campi e degli uomini. Nessuna esplicita documentazione
collega tali luoghi alla divinità femminile, tuttavia i temi
della fertilità e della forza generativa che si esprime nella
crescita vegetale, accomunano queste tradizioni ebraiche al vasto complesso
dei culti di divinità femminili ampiamente diffuso in tutto il
Vicino Oriente.
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