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Cicli Stagionali |
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I Saturnalia
Veduta del tempio di Saturno nel Foro Romano, edificato nei primi anni
dell’età repubblicana (VI secolo a.C.) ha poi subito vari
restauri e rifacimenti nelle epoche successive. Il ciclo festivo romano
si concludeva con i Saturnalia, che iniziavano il 17 dicembre con il
sacrificio solenne di una scrofa, offerta al dio Saturno nel suo tempio.
Seguivano poi una serie di cerimonie private che, nel loro complesso,
costituivano il periodo più allegro e festoso dell’anno.
Era d’uso scambiarsi piccoli doni (cibi, candele e statuette di
pasta), ci si invitava a pranzo reciprocamente e si accompagnavano i
regali con bigliettini contenenti frasi affettuose e augurali. I Saturnali
prevedevano inoltre il rovesciamento dei ruoli sociali e una licenza
e libertà nelle relazioni non concepibile nel resto dell’anno:
gli schiavi, che in tale occasione partecipavano ai banchetti, si facevano
servire dai padroni, i quali a loro volta si abbigliavano da schiavi.
La festa era presieduta da un princeps saturnalicius eletto
a sorte tra i commensali, che aveva il potere di ordinare a costoro
di assumere comportamenti inusuali e scherzosi. Questi aspetti, che
sembrano anticipare quelli che si ritroveranno nei Carnevali e nelle
Feste dei Folli di epoca medievale, erano volti a ricostituire il mondo
delle origini, quello su cui regnava Saturno all’epoca dell’Età
dell’Oro, nella quale non esistevano gerarchie sociali e gli uomini
potevano disporre dei prodotti spontanei della terra. D’altra
parte il periodo dell’anno in cui si svolge la festa è
quello in cui, dopo la semina, i lavori agricoli vengono momentaneamente
sospesi, quasi a richiamare il ritorno del regno di Saturno. Questo
fatto potrebbe avvalorare l’etimologia di Saturno, da satus
“semina” (Varrone, Lingua Latina, V, 64).
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