Cicli Stagionali

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I Saturnalia

Veduta del tempio di Saturno nel Foro Romano, edificato nei primi anni dell’età repubblicana (VI secolo a.C.) ha poi subito vari restauri e rifacimenti nelle epoche successive. Il ciclo festivo romano si concludeva con i Saturnalia, che iniziavano il 17 dicembre con il sacrificio solenne di una scrofa, offerta al dio Saturno nel suo tempio. Seguivano poi una serie di cerimonie private che, nel loro complesso, costituivano il periodo più allegro e festoso dell’anno. Era d’uso scambiarsi piccoli doni (cibi, candele e statuette di pasta), ci si invitava a pranzo reciprocamente e si accompagnavano i regali con bigliettini contenenti frasi affettuose e augurali. I Saturnali prevedevano inoltre il rovesciamento dei ruoli sociali e una licenza e libertà nelle relazioni non concepibile nel resto dell’anno: gli schiavi, che in tale occasione partecipavano ai banchetti, si facevano servire dai padroni, i quali a loro volta si abbigliavano da schiavi. La festa era presieduta da un princeps saturnalicius eletto a sorte tra i commensali, che aveva il potere di ordinare a costoro di assumere comportamenti inusuali e scherzosi. Questi aspetti, che sembrano anticipare quelli che si ritroveranno nei Carnevali e nelle Feste dei Folli di epoca medievale, erano volti a ricostituire il mondo delle origini, quello su cui regnava Saturno all’epoca dell’Età dell’Oro, nella quale non esistevano gerarchie sociali e gli uomini potevano disporre dei prodotti spontanei della terra. D’altra parte il periodo dell’anno in cui si svolge la festa è quello in cui, dopo la semina, i lavori agricoli vengono momentaneamente sospesi, quasi a richiamare il ritorno del regno di Saturno. Questo fatto potrebbe avvalorare l’etimologia di Saturno, da satus “semina” (Varrone, Lingua Latina, V, 64).
Saturno era spesso rappresentato con una falce in mano, simbolo dell’agricoltore. Si riteneva infatti che il dio avesse insegnato l’agricoltura agli uomini. L’iconografia può essere stata influenzata inoltre dalla sua assimilazione al dio greco Kronos, il quale aveva evirato suo padre, il dio del cielo Urano, con una falce di pietra. Secondo il poeta e drammaturgo latino Lucio Accio (Annali, 2-7) i Saturnalia romani derivavano dalle feste celebrate in Grecia in onore di Kronos, le Kronia. Anche queste feste segnavano ad Atene il passaggio dal vecchio anno al nuovo, che però aveva luogo in corrispondenza del solstizio estivo, mentre i Saturnalia erano collegati al solstizio d’inverno.

[Immagine: http://library.artstor.org/library/]