Festa di Sol Invictus
Lastra in pietra proveniente dalla caserma degli Equites singulares,
risalente al 150-200 d.C. e attualmente esposta alle Terme di Diocleziano,
Roma. Vi sono raffigurati il Sol Invictus con il capo raggiato, la Luna
e una figura barbuta, forse da interpretare come Iuppiter Dolichenus
(la divinità della città di Doliche, in Asia Minore, identificata
dai Romani con Giove).
Nella religione romana antica il sole non aveva un ruolo particolarmente
significativo, prima della sua identificazione con il greco Elios, del
quale acquisì gli attributi e le connotazioni mitologiche. Nella
sua forma più antica era chiamato con l’appellativo di
Sol Indigetes e gli era dedicata una festa di carattere agricolo l’11
dicembre. In età imperiale venne introdotto il culto di Sol Invictus,
che acquisì alcune delle caratteristiche del dio solare Mitra,
di derivazione orientale. In particolare fu l’imperatore Eliogabalo
(218-222 d. C.) che introdusse il culto a Roma, in quanto egli stesso
aveva ereditato la funzione di sacerdote del dio solare di Emesa, la
città siriana in cui era nato. Sebbene inizialmente osteggiata
dal Senato romano la venerazione del dio solare acquisì gradatamente
maggior importanza e sopravvisse fino all’avvento del Cristianesimo.
Il dies natalis del dio veniva celebrato il 25 dicembre.
[Immagine:
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Stele_Sol_Invictus_Terme.jpg]