Le Feste dei Morti: Parentalia, Feralia, Carestia e Lemuria
Figura
in alto:
Lararium, altare dedicato ai Lares, divinità
familiari che rappresentavano gli antenati, da una casa di Pompei (I
secolo d.C.).
[Immagine:
http://en.wikipedia.org/wiki/Lares#mediaviewer/File:Lararium,_Pompeji.JPG]
Figura in basso:
Altare domestico dedicato ai Penates o ai Lares, divinità della
famiglia, protettrici del focolare, da una casa di Ercolano (I secolo
d.C.).
[Immagine:
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:House_altar,_Herculaneum_2005.jpg]
Per i Romani febbraio era il mese dedicato ai morti, infatti a mezzogiorno
delle idi di febbraio (il 13 del mese) cominciavano i Parentalia, insieme
di feste per la commemorazione dei parenti defunti che duravano fino
al 21, un periodo di nove giorni corrispondente alla durata del rituale
funerario. Durante questi giorni i templi erano tenuti chiusi e le attività
lavorative interrotte. Per le strade. si offrivano agli antenati (i
Manes), su di un coccio, corone di fiori, viole, farina di farro, spighe
di grano e pane inzuppato nel vino. La leggenda attribuiva l’istituzione
dei Parentalia al “pio Enea”, che aveva iniziato la pratica
della devozione ai defunti per commemorare il padre morto (Ovidio, Fasti,
II, 543-546). La celebrazione dei defunti si chiudeva il 21 febbraio
con una festa pubblica, i Feralia, che traeva il nome dall’aggettivo
feralis, che indica ciò che è in connessione
con la morte o con i morti. Il giorno successivo si tenevano i Carestia,
banchetti in onore dei defunti, la cui partecipazione era riservata
ai soli parenti.
Un’altra festa in onore dei morti si svolgeva in maggio ed era
chiamata Lemuria. Il nome si riferiva ai Lemures, gli spettri dei defunti
morti anzitempo che, in questo periodo dell’anno, invadevano il
mondo dei vivi. A mezzanotte il capofamiglia si alzava e dopo essersi
deterso le mani raccoglieva alcune fave nere e le gettava dietro le
spalle dicendo: “queste io lancio e con esse redimo me e i miei
congiunti”. Poi, dopo aver fatto risuonare oggetti di bronzo,
ripeteva nove volte la formula: “ Uscite ombre dei miei padri”
(Manes exite paterni) (Ovidio, Fasti, V, 429-443).
Secondo Sabbatucci (1988, p.165) i Lemuria non avevano esattamente lo
stesso oggetto di devozione dei Parentalia,sebbene entrambe le feste
si rivolgessero ai morti. I Parentes erano infatti gli antenati, mentre
i Lemures, invece, erano i fantasmi degli uomini morti prima di essersi
formati una famiglia e di aver generato dei figli, quindi senza aver
potuto acquistare le qualità necessarie per diventare antenati.
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